venerdì 31 maggio 2013

La calce e la livella


Il ruolo della calce e della livella


"Philip notò che la pietra era quasi liscia in alto e in basso quanto sul lato che sarebbe rimasto visibile. Sorpreso, ne chiese la ragione a Tom. << Una pietra non deve mai toccare le altre che stanno sopra e sotto >> rispose Tom. << La calce serve a questo.>>
<< Perchè non si devono toccare? >>
<< Perchè si aprirebbero le crepe. >> Tom si raddrizzò per spiegare meglio. << Se cammini su un tetto di ardesia, lo sfondi con il piede. Ma se metti sul tetto un'asse, puoi camminare quanto vuoi senza danneggiare le tegole. L'asse distribuisce il peso. E la calce ha la stessa funzione.>>
Philip non ci aveva mai pensato. L'edilizia era una cosa affascinante, soprattutto quando si aveva a che fare con uno come Tom, capace di spiegare ciò che faceva.
Il lato più ruvido della pietra era quello sul retro. Sicuramente, pensò Philip, sarebbe stato visibile all'interno della chiesa... Ma poi ricordò in realtà che Tom costruiva un muro doppio, con una cavità in mezzo; quindi le parti posteriori dellle pietre sarebbero state nascoste.
Quando Tom aveva posato la pietra sullo strato di calce, prendeva la livella. Era un triangolo di ferro con un laccio di cuoio fissato all'apice e alcuni segni alla base. Al laccio era assicurato un peso di piombo che lo teneva sempre teso. Tom metteva la base dello strumento sulla pietra e guardava dove cadeva il peso. Se andava da una parte o dall'altra della linea centrale, batteva con il martello sulla pietra per livellarla esattamente. Poi spostava lo strumento in modo che congiungesse due pietre adiacenti, per controllare che la sommità delle pietre stesse fossero esattamente in linea. E infine, girava di traverso la livella sulla pietra per essere sicuro che non fosse inclinata da una parte o dall'altra. Prima di prendere un'altra pietra, faceva schioccare la funicella tesa per accertare che le facce delle altre fossero in linea retta. Philip non aveva mai immaginato che fosse tanto importante costruire i muri di pietra con un allineamento perfetto."
Ken Follett, "I pilastri della terra"- Oscar Mondadori - pagine 450 e 451.


In questo passo del romanzo di Ken Follett, il costruttore Tom spiega al suo priore Philip l'importanza nell'uso della calce durante la costruzione del muro di quella che diventerà poi la cattedrale di Kingsbridge.
 Più precisamente questo estratto precede il momento dell'arrivo a Kingsbridge del vescovo Henry, chiamato dalla malvagia famiglia degli Hamleigh (Percy Hamleigh è il conte di Shiring), che in seguito all'occupazione della cava da parte del priore Philip per poter estrarre le pietre necessarie per la costruzione della nuova cattedrale (e di proprietà degli Hamleigh), decide di vendicarsi sul priorato di Kingsbridge cercando di convincere il vescovo a spostare la costruzione di una cattedrale a Shiring facendo leva sull'inoperosità di Kingsbridge.
La calce viene ottenuta per cottura, a temperature elevate, del calcare, una roccia diffusissima in natura costituita quasi esclusivamente da carbonato di calcio.


                                Esempio di calcare


                                Dal calcare alla calce




                                Costruzione di un muro attraverso la calce.


In questo passo si fa anche riferimento alla livella, strumento usato da Tom il costruttore per disporre le pietre orizzontalmente, ovvero parallele al terreno. La livella è uno strumento molto semplice ma estremamente efficace; esso sfrutta la forza di gavità della Terra, ovvero visto che tale forza agisce sempre perpendicolarmente rispetto al suolo, applicando un oggetto legato per mezzo di una corda all'estremità di un triangolo, in base alla sua posizione rispetto ad alcuni segni fatti sulla base del triangolo è possibile determinare esattamente la posizione parallela al suolo.
Oggi si usano invece livelle a bolla che sfuttano un principio fisico per cui una bolla all'interno di un liquido occuperà sempre la posizione più elevata.



                                Esempio di livella.




                                Livella a bolla.

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martedì 28 maggio 2013

Unità di misura nell'architettura


Unità di misura

Mattone fondamentale nella trattazione di questo blog improntato al tema dell'architettura è sicuramente la trattazione delle unità di misura.
Le unità di misura adottate nel S.I. (sistema internazionale) sono sette e sono:

1) Intensità di corrente elettrica, misurata in ampere (A);
2) Intensità luminosa, misurata in candele (Cd);
3) Lunghezza, misurata in metri (m);
4) Massa, misurata in chilogrammi (kg);
5) Quantità di sostanza, misurata in moli (mol);
6) Temperatura, misurata in kelvin (K);
7) Intervallo di tempo, misurato in secondi (s).


                                 Tabella delle unità di misura del sistema internazionale (SI).

Tuttavia in architettura si devono tenere presente anche altre unità di misura che non fanno parte del sistema internazionale perche sono unità derivate, come per esempio:

  • Forza, misurata in newton (N);
  • Pressione, misurata in pascal (Pa);
  • Energia, lavoro e calore, misurati in joule (J);
  • Potenza, misurata in watt (W);
  • Angolo piano, misurato in radianti (rad);
  • Area, misurata in metri quadrati (m^2);
  • Volume, misurato in metri cubi (m^3);
  • Densità, misurata in chilogrammi al metro cubo (kg/m^3);
                
                                   Tabella delle unità di misura derivate.


In questa classificazione delle unità di misura nell'architettura in generale, può rientrare anche il concetto di modulo architettonico.
Un modulo architettonico è una misura di grandezza o unità che viene ripetuta più volte in maniera da dare proporzioni equilibrate in un edificio o un insieme di edifici.
Nell'arte classica il modulo corrispondeva al diametro maggiore di una colonna.
L'uso del modulo, seppure mai completamente accantonato e anche se non più ispirato alla colonna, ma ad altre unità di misura, venne ripreso in età rinascimentale da architetti quali Filippo Brunelleschi e Leon Battista Alberti.
 L'architettura modulare è stata molto diffusa nel XX secolo nell'edilizia popolare e industriale: si pensi alle case a schiera o ai capannoni industriali in serie.



                                Esempio di modulo architettonico.



                                Architettura modulare.


                                Esempi di villette a schiera caratteristiche dell'architettura modulare.


Nell'antichità naturalmente non si erano ancora ideate le unità di misura di grandezze fondamentali e derivate che rientrassero in una classificazione come quella del sistema internazionale valido in tutto il mondo, bensì vi erano altre unità di misura.
La misura fondamentale nell'uso civile e militare era il pes che corrispondeva  a circa 29,6 cm, che aveva origine greche e derivava dal piede attico.
Multipli del pes erano il passus (equivalente a cinque piedi) e l'actus (120 piedi, circa 3552 cm).
Poi vi era l'actus quadratus (1260 m^2), lo iugerum (due actus quadrati), l'heredium (due iugeri) e infine la centuria (cento heredia).



                                Esempio di centuria.

Informazioni tratte principalmente da:
  • Wikipedia;
  • "Storia delle macchine"- Vittorio Marchis;
  • "La grande enciclopedia"- Rizzoli;
  • Google immagini.

mercoledì 22 maggio 2013

Marco Vitruvio Pollione- De architectura



De architectura

Marco Vitruvio Pollione (dal latino Marcus Vitruvius Pollio 80 a.C.-15 a.C circa) è stato un architetto e scrittore romano, attivo nella seconda metà del I secolo a.C. ed è considerato il più famoso teorico dell'architettura di tutti i tempi.


                                                "De architectura"- Marco Vitruvio Pollione


Un'opera di fondamentale importanza nella storia dell'architettura è sicuramente il "De architectura" scritto da Marco Vitruvio Pollione e dedicato ad Augusto. L'opera è in realtà un trattato latino scritto molto probabilmente tra il 29 e il 23 a.C. e rappresenta l'unico testo sull'architettura pervenutoci dall'antichità: per questo motivo è molto importante e anzi costituisce una delle fonti principali della moderna conoscenza sui metodi costruttivi degli antichi romani e della progettazione di strutture come aquedotti, porti, edifici, macchine, strumenti di misurazione e utensili.


                                "De architectura"


Il "de architectura" è composto in dieci libri, a ciascuno dei quali è preposta una prefazione.
In questo trattato, Vitruvio dà all'architettura il titolo di scienza e la eleva al primato, in quanto contiene praticamente tutte le altre forme di conoscenza.
L'architetto deve avere le nozioni di geometria (per conoscere le forme con cui lavora), la matematica (per svolgere calcoli sulla stabilità dell'edificio), l'anatomia e la medicina (per poter calcolare le giuste proporzioni), l'ottica e l'acustica (in caso di costruzione di teatri); deve inoltre essere a conoscenza della legge (la costruzione deve seguire norme ben precise), la teologia e l'astronomia (in caso di edificazione di templi, questi dovranno essere graditi agli Dei e dovranno tenere conto della posizione degli astri)e infine la meteorologia (il microclima del luogo di costruzione dell'edificio è fondamentale per le caratteristiche che deve avere).


                                            Progettazione di un tempio
                                             

Infine, come ci suggerì Claude Perrault, grande medico nonchè architetto, l'architettura nel trattato di Vitruvio Pollione deve sostanzialmente soddisfare tre categorie:

- la "firmitas" (ovvero la solidità);
- l'"utilitas" (ovvero la destinazione d'uso);
- la "venustas" (ovvero la bellezza).


                                          Ordini architettonici
                               

                                                Marco Vitruvio Pollione


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lunedì 20 maggio 2013

Etimologia del termine "architetto"


Architectus

Secondo la definizione generale, "l'architetto è la figura professionale massimamente esperta della progettazione architettonica a qualsiasi scala e spazio, del restauro dei monumenti, della progettazione del paesaggio, dell'allestimento, dell'estimo immobiliare e del disegno. 
Storicamente è tra gli attori principali della trasformazione dell'ambiente costruito.
Gli architetti trovano impiego non solo nel campo dell'edilizia, ma anche in settori più o meno affini all'architettura, come design ed ergonomia."





Ciò che può essere davvero interessante, consiste nell'analizzare l'etimologia della parola "architetto".
Il termine deriva dal latino architectus e dal greco αρχιτέκτων (arkhitekton), parola composta da arkhi (capo), particella prepositiva che serve a denotare "superiorità", autorità, ma soprattutto pensiero, ossia responsabilità e consapevolezza di colui che si accinge a costruire, e tèkton particella che riguarda l'azione, l'operatività (tecnico ingegnere).
Dal termine di "architetto" è derivato quello di "architettura" (non il contrario).




Di seguito sono elencate le varie traduzioni nelle altre lingue della parola "architetto":

arkitekt (albanese e svedese);
arhitekta (bosniaco);
arquitecte (catalano);
architekt (ceco);
arhitekta (croato);
arkitekt (danese);
arhitekt (estone);
arkkitehti (finlandese);
architecte (francese);
αρχιτέκτων (greco);
architect (inglese);
arkitekt (islandese);
architectus (latino);
arhitekts (lettone);
architektas (lituano);
arkitek (malese);
arkitekt (norvegese);
architect (olandese);
architekt (polacco);
arquiteto (portoghese);
arhitect (rumeno);
architekt (slovacco);
arhitekt (sloveno);
arquitecto (spagnolo);
architekt (tedesco);
mimar (turco);
مهندس معماري (arabo);
אדריכל (ebraico);

Questo elenco è a mio parere molto significativo poichè, osservandolo con attenzione, possiamo chiaramente constatare come tutte le lingue si somiglino e abbiano grosso modo la stessa radice.
Tuttavia ci sono delle eccezioni, come per esempio nella lingua turca, dove il termine "mimar" non sembra avere niente a che fare con il termine latino "architectus" da cui le altre lingue derivano.
Può dunque essere interessante chiedersi il motivo di tale discordanza ed è proprio per questa ragione che ho voluto comprendere la lingua turca nell'elenco precedente.
Il motivo è sostanzialmente molto semplice: la lingua turca, così come l'arabo e l'ebraico, è come se cercasse in qualche modo di contrastare le altre lingue derivanti dal latino e dal greco; questo rappresenta in sostanza l'esempio di come la cultura del Medio Oriente abbia trovato un modo efficace per porsi in alternativa al mondo latino.



lunedì 13 maggio 2013

Il mistero delle cattedrali gotiche


Le cattedrali gotiche, oltre a stupire per la loro maestosità e per le loro dimensioni, sono avvolte da un velo di mistero che le rende ancor più affascinanti.

 Una delle tante leggende che si raccontano sulle Cattedrali Gotiche afferma che basterebbe trovare la pietra giusta, rimuoverla, e l’intera cattedrale si affloscerà come un castello di carte. C'è chi afferma che i loro costruttori fossero gli eredi spirituali di Hiram, il mitico architetto dell'antico Tempio di Gerusalemme: sarebbero stati i Cavalieri Templari a indagare sugli antichi segreti ebraici nascosti nel sottosuolo di quel paese, a scoprire, in qualche nascondiglio sopravvissuto alla distruzione del Tempio, le "Leggi Divine dei Numeri, dei Pesi e delle Misure" che governano questo tipo di costruzioni.


  Hiram Abif
                                         

Resta il fatto che le leggende sulle cattedrali iniziarono a fiorire fin dalla loro origine e che questa stessa origine è ancora oggi avvolta nel mistero; questi edifici sono uno dei tanti esempi di costruzioni, civiltà, scuole di pensiero sorte all’improvviso e senza alle spalle alcun entroterra culturale o architettonico che ne permetta la collocazione nel tempo.
Intorno all’anno 1128, proprio in coincidenza con il ritorno dei templari in terra di Francia, iniziano a sorgere le prime Cattedrali; esse non hanno nulla in comune con il precedente stile romanico e gli uomini che vi lavorano appartengono a corporazioni dalle forti componenti esoteriche quali i Compagnons ed i Maçons; la maggior parte degli edifici viene costruita su luoghi che in precedenza avevano ospitato aree sacre, soprattutto in riferimento al culto della Grande Madre, oppure su quelle linee che in seguito verranno chiamate “Punti di forza” e che oggi conosciamo meglio con il nome di Ley Lines.
Sia il decoro interno che quello esterno risente in maniera quasi ossessiva della presenza di simboli magici ed alchemici, tanto che il celebre quanto misterioso Fulcanelli, definisce a ragione le cattedrali come “veri e propri libri di pietra”, gigantesche descrizioni dell’opera alchemica o meglio, del percorso iniziatico che l’uomo deve compiere per attuare il passaggio dallo stato bruto e materiale a quello che lo accosta e quasi accomuna a Dio.


Fulcanelli

Tra i tanti simboli, la rosa è quello più ricorrente, simbolo che si accosta al Graal ed al Sigillo di Salomone, cioè al sigillo alchemico che indica l’esatto tempo da impiegare per la preparazione della Pietra Filosofale.
Altre teoria che vede come protagoniste proprio le Cattedrali Gotiche è quella che le accomuna a dei veri e propri “ricevitori”; esse, in base alla loro disposizione, riceverebbero la potenza solare dal cielo e quella lunare dalla terra, cioè dalle loro stesse viscere; d’altra parte il ricorrere alle simmetrie nella loro costruzione è riscontrabile in molti modi, basti pensare che i pozzi dei sotterranei hanno una profondità che corrisponde all’altezza della guglia più alta, cioè la esteriorizzazione della simmetria tra cielo e terra.

Un altro elemento di grande mistero sta nel fatto che nel nel 1118, Bernardo di Chiaravalle fa il suo ingresso a Chartres seguito da altri otto cavalieri; in quello stesso periodo già in dieci città della Francia si innalzano cattedrali, Chartres sarà l’undicesima e su una collina già un tempo teatro di riti pagani e druidici si iniziano i lavori sotto la spinta dello stesso Bernardo.
Undici cattedrali, l’undicesima dedicata a Notre Dame, tutte nella stessa zona e tutte volute da Bernardo di Chiaravalle.
Ma il mistero non si ferma qui; quello che inizialmente può apparire come il gesto estremo di un infervorato credente, nasconde in realtà un segreto molto più grande ed impenetrabile; se proviamo infatti ad unire con una matita su  una carta geografica, le varie città volute da Bernardo, constateremo che esse sono disposte esattamente come la costellazione della Vergine!


Costellazione della vergine e mappa delle cattedrali volute da Bernardo


Bernardo di Chiaravalle


Per ulteriori approfondimenti:
 http://fratellomassone.blogspot.it/2012/03/leggenda-di-hiram-abif.html
 http://it.wikipedia.org/wiki/Bernardo_di_Chiaravalle

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Mappa cattedrali gotiche



Ecco a voi una mappa, a mio avviso molto significativa, che rappresenta la collocazione delle più importanti  cattedrali gotiche.



lunedì 6 maggio 2013

La cattedrale di Rouen


La cattedrale di Rouen




Su consiglio del professor Marchis, ho provato a immaginare un quadro che potesse rappresentare questo blog. Immediatamente, ho subito pensato alla celebre rappresentazione, o meglio anzi, alle celebri rappresentazioni della cattedrale di Rouen di Claude Monet.
Monet é probabilmente il pittore che, forse più di tutti, rappresenta ai nostri occhi l'impressionismo.
Impressionismo non significa copiare la realtà per quello che è, ma significa pitturare le impressioni di ciò che si dipinge, significa guardare all'oggetto che si vuole rappresentare con un nuova necessità: si sente ovvero il bisogno di esprimere, attraverso la propria opera, le impressioni che sono suscitate in noi.




La cattedrale di Rouen, che è uno dei più importanti monumenti gotici francesi, è stata dipinta da Monet in cinquanta quadri, tra il 1892 e il 1894, molti dei quali hanno per oggetto la sola facciata, vista da una posizione unica, eppur sempre diversa perchè diversa è l'ora del giorno e quindi l'illuminazione e soprattutto perchè è continuamente diverso il nostro modo di essere e quindi il nostro rapporto con la realtà.
George Clemenceau, grande statista francese nonchè amico di molti impressionisti, disse: "Le tele avrebbero potuto essere cinquanta, cento, mille, tante quante i minuti della sua vita."




Proprio la celebrità del monumento, oggetto di visite turistiche, riprodotto in migliaia di fotografie, dà a Monet l'occasione di superare la banalità della cartolina illustrata che inquadra equilibratamente il soggetto; la facciata è vista obliquamente e solo in parte; le torri sfuggono alla nostra attenzione.




In queste rappresentazioni, il colore e la luce assumono un ruolo chiave: gli impressionisti in generale constatano che non esiste il cosidetto "colore locale" ossia quello singolo di un oggetto, perchè ogni colore che vediamo nasce dall'influenza del suo vicino in un concatenamento reciproco. Le ombre, invece che nere, sono anch'esse formate da colori, per lo più complementari.




Infine, un motivo per cui questa serie di opere è a mio parere così affascinante consiste nel fatto che non essendo mostrata nè l'altezza, nè la larghezza della cattedrale, ciascuno di noi può integrarla secondo la propria sensibilità, così che da semplici spettatori, ci trasformiamo anche noi in attori.





per ulteriori informazioni: